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Certi giorni

Ci sono giorni, nelle redazioni dei quotidiani, in cui lo spazio dove poter pubblicare le notizie è più piccolo di uno sgabuzzino in un monolocale. Mercoledì 8 luglio 2015 è stato uno di quei giorni.

La mattina era iniziata con l'Operazione Deserto: inchiesta della magistratura veneziana sull'ennesimo scandalo di mazzette in laguna, roba che una volta veniva etichettata come tangenti e adesso è salita di grado: dicasi "percentuale". La tesi degli inquirenti è che il direttore commerciale di Veritas - società pubblica che si occupa di acqua e 'scoasse' - abbia preso i a 'mandorla' per ogni appalto. Mister 2 per cento. Dunque, la giornata inizia con una apertura di pagina certa.

Un'altra pagina sarebbe stata dedicata a Giuseppe 'Bepi' Bortolussi, il segretario della Cgia di Mestre, già assessore a Venezia, già sfidante di Luca Zaia nel 2010, l'uomo che difendeva le partite Iva del Nordest esibendo numeri e calcoli inoppugnabili,  sconfitto dalla malattia all'età di 66 anni. E già il funerale di Bortolussi nella chiesa di Camponogara avrebbe meritato un approfondimento: da tempo non si assisteva a un funerale che non sembrasse uno show, solo la cerimonia religiosa, niente discorsi, figuriamoci i palloncini, unico applauso quello nel piazzale della chiesa all'uscita del feretro.

Poi c'erano la Grecia, la Borsa tracollata in Cina, Berlusconi condannato a tre anni per compravendita di senatori, la Regione Veneto che aveva aperto i cordoni della borsa per gli assegni di fine mandato degli ex (2,7 milioni di euro). E poi il caldo: temperatura percepita 39 gradi,  che vabbè che è estate però il fisico alla lunga schiatta. Ecco. Bastava, no?

E alle 17 che ti capita? L'inferno del vento, un tornado di livello 4, il penultimo della sfa. Case scoperchiate, macchine capottate, alberi sradicati. Un  morto. Decine di feriti. Sfollati. La disperazione, l'urlo di impotenza di fronte agli eventi che non si possono né prevedere né controllare. La Riviera del Brenta tra Dolo, Cazzago e Porto Menai, in ginocchio.

Certi giorni, nei giornali, si fa e si disfa. Quello che la mattina pareva assolutamente prioritario scala al ribasso. E si rivede tutto. Come nella vita.

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