Volevo un tappeto 10.
IL VELO E LA PROTESTA - Alle prese con la lunghezza della camicia (lunga, quanto lunga) apprendo che in Iran le donne stanno protestando. Uno pensa: poverette, non ne possono più di girare col burqa, fanno bene a manifestare. Vabbè, il burqa non è obbligatorio, però uscire in pubblico senza velo significa rischiare 70 frustate e 60 giorni in prigione. E ci sono centinaia di donne che stanno sfidando le autorità 'postando' su Facebook proprie foto senza velo, con i capelli liberi, e il foulard lanciato in alto oppure avvolto intorno al collo. E allora com'è che alcune protestano 'per' il velo? Esatto. Pochi giorni fa, a metà maggio, c'è stata una manifestazione di donne iraniane che hanno protestato contro la 'deriva dei costumi', hanno chiesto che vengano intensificati i controlli e punite le femmine che osano girare 'svestite'.
Nota: l’obbligo di indossare l'hijab - cioè il velo - in pubblico è stato imposto alle donne iraniane a partire dalla Rivoluzione islamica del 1979. Esiste una apposita forza di polizia - la cosiddetta polizia religiosa - che ha il compito di controllare il rispetto del codice islamico di abbigliamento nelle strade. Il governo del presidente Hassan Rouhani, pur non avendo mai esplicitamente parlato della cancellazione dell'obbligo di indossare il velo, ha più volte espresso la volontà di garantire maggiore libertà ai cittadini. E per questo è stato criticato dalle frange più conservatrici della società. L’aspetto paradossale è che le nonne ricordano che un tempo era successo l’esatto contrario: nel 1937 lo Scià mise al bando il velo in tutti i luoghi pubblici.
Saranno severi nei confronti delle turiste?