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Cognome e nome

 

Perché Luigi Brugnaro si firma Brugnaro Luigi? In una città come Venezia popolata da professoroni, qualche N.H. e, soprattutto, insofferenti alla campagna (che, notoriamente, inizia col Ponte della Libertà), il quesito è insistente: perché Mister Umana nonché patròn della Reyer si firma anteponendo il cognome al nome? È un "contadino"?

Premessa: Luigi Brugnaro è candidato sindaco di Venezia. Uno dei tanti nel fronte del centrodestra visto che ci sono anche Francesca Zaccariotto, Mattia Malgara, giusto per sorvolare sulle alchimie regionali della Lega e sui movimenti separatisti che, comunque, portano via voti a tutti tranne che  alla sinistra di Felice Casson. Dunque, Brugnaro si è candidato, dice di non voler avere a che fare con i partiti anche se lo sostiene Forza Italia (coraggioso: la benedizione di Berlusconi  e  Brunetta in una città come Venezia non è il massimo della sponsorizzazione) e in questi primi giorni di campagna elettorale ha tinto di rosa strade, calli, piazze, campi. Neanche fosse Hello Kitty, Brugnaro ha scelto  un colore del tutto inedito per un candidato maschio, decisamente lontano dai rossi-azzurri-verdi-neri dei partiti, decisamente inneggiante al bello, al buono, alla speranza. In una intervista al Gazzettino ha detto che non si farà scrupoli nelle spese della campagna elettorale e, trattandosi di soldi suoi, nessuno (forse) potrà recriminargli alcunché. Tutto ciò premesso, resta il quesito: perché Luigi Brugnaro da Spinea, figlio di un poeta operaio, self-made man che ha costruito un impero intuendo tra i primi le potenzialità della riforma Treu con il lavoro interinale e che adesso vuole fare di Venezia una "impresa comune", ecco: perché Luigi Brugnaro si firma Brugnaro Luigi? Ignora le regole dell'Accademia della Crusca? È  rimasto ai tempi delle scuole elementari? Nessuno gli ha detto che solo negli elenchi telefonici si mette prima il cognome e poi il nome? O è perché, come dicono i veneziani N.H. e dotti, è uno che sta al di là del Ponte e dunque è un "contadino"?

Forse la spiegazione del Brugnaro Luigi - uno che all'inizio di campagna elettorale twitta "Compro le bistecche e vado a casa un po' stanchetto ma contento" e pure "Stefania ti amo", così, come se fosse la cosa più naturale del mondo dire al mondo i propri sentimenti - ecco, la spiegazione è che Brugnaro Luigi forse se ne infischia delle formalità, del bon ton, della forma. Dimostrando, nel lavoro e nello sport, che più di tutto conta la sostanza. 

Certo. Ma a Venezia, nella sfida per Ca' Farsetti, sarà la stessa cosa? 

Comunque vada, sarà una campagna elettorale fuori del comune.

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