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Volevo un tappeto 12.

FERMENTI E FRUSTATE, HARAM & HAPPY - Sta cambiando l’aria, in Iran. Perfino il presidente Hassan Rouhani ha condannato gli estremismi. L’ha fatto durante una conferenza sulla sanità a Teheran: "Con gli estremismi, con le frustate e con l'uso della forza non possiamo essere incisivi e pretendere di condurre il popolo verso le porte del paradiso». Peccato che più o meno nelle stesse ore qualcuno invocasse l’uso della frusta nei confronti di una star del cinema della Repubblica islamica, Leila Hatami, che a Cannes, dove era stata scelta come giurata, aveva osato baciare sulle guance l’anziano direttore del Festival del cinema, Gilles Jacob. Per il vice ministro della Cultura di Teheran, Hossein Noushabadi, un insulto alla «castità» della donna islamica.

Secondo la legge islamica in vigore in Iran, è "haram" (proibito) qualsiasi contatto tra uomo e donna che non siano sposi o parenti stretti (al massimo zii e nipoti). Per farsi un’idea dei divieti e delle proibizioni, merita di essere riletta l’intervista che Oriana Fallaci fece nel settembre 1979 per il Corriere della Sera all’Iman Khomeini, rientrato dall’esilio dopo la cacciata dello Scià e l’istituzione della Repubblica Islamica dell’Iran. E’ la famosa intervista dell’”incidente”, quando la Fallaci getta il chador e il giorno dopo, parlando delle calunnie dell’Occidente, l’Ayatollah Khomeini la definirà “quella donna”. 

Sono passati 35 anni dalla Rivoluzione e l’aria sta cambiando. Ma non è semplice.

Poco più di un anno fa, l’allora presidente Mahmud Ahmadinejad è stato bersagliato di critiche per aver abbracciato la pur anziana madre del defunto leader venezuelano Hugo Chavez. Adesso sei ragazzi - tre maschi e tre femmine - sono finiti in carcere per aver cantato 'Happy', la canzone di Pharrell Williams, per le strade di Teheran e per aver diffuso su YouTube il video della performance. Il video ha ottenuto in poco tempo oltre 40mila visualizzazioni, ma alle autorità iraniane non è piaciuto: «Video volgare».

Pochi giorni dopo l’arresto dei ragazzotti e delle figliole senza velo che cantavano "Happy", si viene a sapere che anche Instagram è off limits. L’agenzia di stampa Mehr informa che un tribunale iraniano ha ordinato al ministero dell'Interno di Teheran di bloccare l’applicazione che permette agli utenti di scattare foto e condividerle sui social network. Il motivo della messa al bando? Instagram ha violato le disposizioni sulla privacy in vigore nella Repubblica islamica. E così, dopo YouTube, Twitter, Facebook e Whatsapp, si allunga la scure della censura iraniana.

 

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