Volevo un tappeto 1.
PREPARATIVI - Vado in Iran. Il nome non è che mi piaccia molto, mi ricorda gli ayatollah, le guerre con l'Iraq, la minaccia nucleare, divieti, proibizioni. Preferisco Persia. Fa tanto snob, non so perché. Mia mamma, quand'ero piccola, mi raccontava qualcosa a proposito della bellissima Farah Diba, forse è per quello che la parola Persia mi intriga. Comunque, tra 33 giorni parto. E non so neanche cosa mettere in valigia. Lo so, è un luogo comune: qualunque cosa si proponga a una donna, che sia un invito a una festa vip o alla vendemmia in campagna, la domanda è sempre la stessa: cosa mi metto?
La prima volta che l'ho chiesto al mio caro amico persiano, quasi quasi mi sono sentita in imbarazzo. "Ma niente, basta un 'foularino' in testa". Siccome non mi accontento, ho insistito: posso venire in jeans? "Ma sì, certo". Bastarda: così? Ero vestita normalissimevolmente: jeans, camicia, maglioncino, giubbetto. Il mio amico persiano non ha scosso la testa, ma il senso era quello: "Magari la camicia un po' più lunga".